Pinterest non era un successo annunciato.
Social network incentrati su incontri, condivisione di conoscenze, meccanismi di domanda-risposta, ambiti professionali comuni e chiacchiere da bar ce n’erano a centinaia. Puntare dritti al valore evocativo dell’immagine di qualità era nel 2010, anno di nascita di Pinterest, una scelta affatto scontata.
Incentrare un business sul piacere arcaico di visionare (e condividere) immagini di qualità rappresentò una rivoluzione copernicana nel mondo del web: dove da un lato di osannava l’esplosione della comunicazione diretta ed immediata tra singoli, il social network Sharp, Silbermann e Sciarra sceglie invece l’azzeramento sensoriale al piacere più basico e universale per antonomasia: l’immagine di qualità (attenzione, non meramente artistica ma DI QUALITA’).
“Incentrare un business sul piacere arcaico di visionare (e condividere) immagini di qualità rappresentò una rivoluzione copernicana nel mondo del web”
La storia di Pinterest
Pinterest è un social network fondato nel 2010 da Evan Sharp, Ben Silbermann e Paul Sciarra dedicato alla condivisione di fotografie, video ed immagini. Pinterest permette agli utenti di creare bacheche per gestire la raccolta di immagini in base a temi predefiniti o da loro generati. Il nome deriva infatti dall’unione delle parole inglesi pin (appendere) e interest (interesse).
Gli utenti sono passati da 1,2 milioni ad agosto 2011 ad oltre 4 milioni a novembre 2011, che sono poi diventati 11 milioni a gennaio 2012. Ora Pinterest è tra i 100 siti web più visitati al mondo, al trentanovesimo posto nell’Alexa Rank.
Condividere il piacere degli occhi
Sminuire il fenomeno al target femminile (l’80% degli utenti attivi di Pinterest) ed ai repin virali di fashion brand e stilisti affermati mistifica maldestramente il suo meccanismo.
Pinterest muta la propria fortuna in infiniti rivoli creativi: io, per esempio, amo il web marketing e la cultura del retrogaming (i giochi arcade da bar anni ’80 e ’90). Beh, non potete immaginare quanti utenti mondiali apprezzino i medesimi campi di interesse, con le variabili più originali del caso: chi “pinna” i cabinati più originali del periodo, chi le cover dei videogiochi più insolite, chi le pubblicità più orginali pubblicate sulle riviste del settore…
Insomma, la natura camaleontica ed il potenziale inarrestabile delle immagini più originali (spesso introvabili) fanno di Pinterest un’esperienza web riassumibile in 3 punti di forza:
- Immediatezza ed usabilità
- Valore ludico/empatico dell’esperienza di condivisione immagini e pinboard
- Molteplicità funzionale del servizio
Ovviamente, è soprattutto sul secondo e terzo punto che le divisioni marketing dei grandi brand hanno indirizzato il loro interesse.
Tu cosa pensi di Pinterest? Che utilizzo specifico fai delle pinboard?